Mal di schiena. Mito n°2

Nel precedente articolo pubblicato su questo blog abbiamo visto come come una mentalità positiva riguardo al mal di schiena è associata a livelli più bassi di dolore, disabilità e di ricerca di cura.

Nell’articolo di oggi invece indaghiamo il secondo mito relativo al mal di schiena, ovvero che il dolore debba per forza peggiorare con il passare dell’età e diventare cronico.

Quello che la letteratura scientifica ci dice da diversi anni è invece molto diverso.

Sappiamo infatti che molti degli episodi di mal di schiena, se ben gestiti, vanno incontro a miglioramento.

Inoltre non è vero che gli episodi di mal di schiena peggiorano e diventano più frequenti con l’età.

Ovviamente come tutte le patologie e i disturbi muscolo-scheletrici, anche il mal di schiena ha i suoi fattori di rischio che possono aumentare le probabilità di incorrere in episodi acuti e ricorrenti.

I più impattanti fattori di rischio che si conoscono per la lombalgia aspecifica sono molto simili a quelli esistenti per diverse patologie in ambito ortopedico, ovvero la sedentarietà, uno scarso condizionamento fisico (mancanza di allenamento), una cattiva gestione dello stress, un’alimentazione non bilanciata e una scarsa qualità del sonno.

Sappiamo infatti che la diminuzione di questi fattori di rischio attraverso l’esercizio fisico, l’allenamento, la cura dell’alimentazione e del sonno e la gestione dello stress, sono in grado di ridurre sensibilmente l’incidenza degli episodi acuti e il rischio di cronicità del mal di schiena.


Per me che mi occupo in modo specifico di dolore, è fondamentale poter offrire ai miei pazienti un approccio globale al problema del mal di schiena attraverso discipline (Fisioterapia, Nutrizione, Yoga, Mindfulness) che possono portare a una migliore gestione dei suddetti fattori di rischio.

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