Da rifiuto a risorsa. Una storia di carta

Cosa c'entra un'immagine di confezioni in Tetrapak con la nostra attività?
A prima vista nulla, ma voglio raccontarvi un altro piccolo passo di Salus per rendere il suo "passo" sempre più lieve.

Sin dall'apertura dello Studio, nel lontano 2009, ho deciso di utilizzare esclusivamente carta riciclata per la cancelleria, per gli asciugamani e per i lenzuolini medici.
Ricordo che i primi lenzuolini di carta erano davvero brutti, marroncini, ruvidi e quasi polverosi. Inoltre mi costavano il doppio rispetto alla carta vergine.
Più volte ho pensato che stessi facendo uno sforzo inutile, antiestetico ed antieconomico ma vedendo la quantità di carta che finiva necessariamente nella spazzatura ogni giorno, ho tenuto duro e ho continuato a cercare una carta riciclata ma un pò più decorosa.

Ormai da qualche anno utilizzo una bellissima carta riciclata prodotta da una grande azienda italiana, resistente, antibatterica e sbiancata senza cloro. Costa sempre più della carta vergine ma sono contento cosi.
Questa famosa azienda di Lucca ha deciso di non fermarsi e ha iniziato a produrre una carta ancora più sostenibile dal punto di vista ambientale.
E io ho deciso di supportare immediatamente questa scelta e da oggi questa è l'unica carta che utilizzeremo in Studio.

Ecco che entra in gioco il Tetrapak.
Il Tetrapak è uno dei materiali più diffusi e utilizzati nel packaging alimentare poichè è in grado di proteggere egregiamente da luce e ossigeno il contenuto . All'interno del tetrapak troviamo vino, latte, succhi, passate, legumi ecc ecc.
E' venduto come un materiale più sostenibile della plastica e questo è in parte vero.
Il problema sta però nella capacità di smaltimento, infatti il tetrapak è composto da 3 differenti materiali sovrapposti in strati: carta, polietilene ed alluminio.
In quasi tutti i comuni Italiani, il tetrapak va conferito nella raccolta della carta, ma proprio a causa della sua struttura, solo il 27% viene correttamente riciclato, anche perchè sono solamente due in Italia gli impianti in grado di farlo.
Lucart, proprietaria di uno dei due impianti, ha iniziato a produrre carta a marchio Fiberpack® al 100% derivante, appunto, dal recupero delle fibre di cellulosa presenti nei Tetra Pak® .
La componente di polietilene e alluminio recuperata si trasforma invece in un materiale omogeneo che viene impiegato per la fabbricazione di manufatti vari per diversi settori: edilizia, arredo urbano, casalinghi ecc ecc.

In questo modo è maggiore la quantità di contenitori in Tetrapak recuperati, maggiore la quantità di alberi salvati e minore la quantità di CO2 emessa in ambiente.

Come potrete immaginare, questa carta ha un costo ancora maggiore rispetto alla carta riciclata e alla carta vergine, ma sono convinto che ognuno di noi debba fare uno sforzo in più per cercare di rendere il proprio impatto sull'ambiente un pò più leggero.