Gli infortuni hanno bisogno di Peace & Love

La riabilitazione delle lesioni dei tessuti molli può essere complessa.
Negli anni si sono succeduti diversi protocolli per la loro gestione: si iniziò con ICE poi RICE e PRICE e in ultimo POLICE. Ognuno di questi è un acronimo delle diverse azioni da intraprendere per la gestione ottimale di un infortunio acuto. Per farvi un esempio, il protocollo PRICE era caratterizzato da 5 lettere, una per ogni azione: Protection (protezione della zona) + Rest (riposo) + Ice (ghiaccio) + Compression (compressione con bendaggio) + Elevation (elevazione dell’arto).
Anche se ampiamente conosciuti e utilizzati con successo, questi protocolli precedenti si concentrano sulla gestione acuta, ignorando purtroppo la fase subacuta e cronica della guarigione dei tessuti.
Molto recentemente è stato invece sviluppato un nuovo acronimo che cerca di creare un continuum fra la fase acuta PEACE e la fase sub-acuta LOVE ponendo maggiore importanza sulla componente psicosociale ed educativa della persona.

Immediatamente dopo l’infortunio: Non allarmarti e lascia che PEACE ti guidi.

P (PROTECT): Tieni l’arto in scarico o limita i movimenti per 1-3 giorni per ridurre al minimo il sanguinamento, prevenire la distensione delle fibre lese e ridurre il rischio
di aggravare la lesione.
Il riposo dovrebbe essere ridotto al minimo in quanto il riposo prolungato può compromettere la resistenza e la qualità dei tessuti. Lasciati guidare dal dolore, quando questo diminuisce, inizia a incrementare il carico e il movimento.

E (ELEVATE): Eleva l’arto in una posizione più alta rispetto al cuore, questo faciliterà lo smaltimento dei liquidi interstiziali. Non ci sono grandi evidenze a supporto ma questa azione ha un rapporto rischio/beneficio molto basso.

A (AVOID FANS): Evita di assumere antinfiammatori. Le varie fasi dell'infiammazione aiutano a riparare i tessuti molli danneggiati. Quindi, l’utilizzo di antinfiammatori, sopratutto ad alti dosaggi può influenzare negativamente la guarigione dei tessuti a lungo termine.
Inoltre viene messo in discussione anche l'uso della crioterapia (ghiaccio).
Nonostante questa pratica venga largamente consigliata da medici e fisioterapisti e sia ritenuta sicura dalla popolazione generale, non ci sono evidenze di buona qualità che ne supportano l’utilizzo.
Il ghiaccio, dagli indubbi effetti analgesici, potrebbe potenzialmente interrompere l'infiammazione e l’angiogenesi (creazione di nuovi vasi sanguigni) e potrebbe far ritardare l’infiltrazione di neutrofili e macrofagi e aumentare invece le miofibre immature con il rischio di una riparazione dei tessuti di scarsa qualità.

C (COMPRESS): La compressione meccanica mediante bendaggio aiuta a limitare l’edema intra-articolare e l’emorragia tissutale. Nonostante gli studi di efficacia siano contrastanti, la compressione dopo una distorsione alla caviglia sembra ridurre il gonfiore e
migliorare la qualità della vita.

E (EDUCATE): I medici e i fisioterapisti dovrebbero istruire i pazienti sui benefici di un approccio attivo al recupero.
Le modalità passive (elettroterapia, TECAR, Laser ecc) e la terapia manuale subito dopo l'infortunio hanno scarsi effetti sul dolore e sulla funzione rispetto ad un approccio attivo e possono anche essere controproducenti a lungo termine.
Infatti alimentare nel paziente l’idea di qualche “strumento guaritore esterno” o l’idea che ci sia per forza qualcosa da riparare, porterà la persona ad essere dipendente dalle cure e creerà un overtreatment (eccessivi trattamenti non utili come farmaci, infiltrazioni e chirurgia).
In un'era di opzioni terapeutiche hi-tech, è preferibile invece stabilire aspettative realistiche con i pazienti sui tempi di recupero invece di inseguire l'approccio della "cura magica".


Trascorsi i primi giorni, i tessuti hanno bisogno di LOVE

L (LOAD): Un approccio attivo basato sul movimento e l'esercizio fornisce benefici alla maggior parte dei pazienti con disturbi muscoloscheletrici. Gli stress meccanici dovrebbero essere aggiunti al più presto e le normali attività quotidiane riprese non appena i sintomi lo permettono. Il giusto carico, ovvero quello che non fa aumentare il dolore, favorisce la riparazione, il rimodellamento e la resistenza dei tessuti (tendini, muscoli e legamenti).

O (OPTIMISM): Le aspettative ottimistiche del paziente sono associate a esiti e prognosi migliori, mentre gli atteggiamenti psicologici come la catastrofizzazione,
la depressione e la paura possono rappresentare ostacoli alla ripresa.
E’ stato dimostrato per esempio che credenze ed emozioni del paziente possano portare ad una modifica dei sintomi a seguito di una distorsione alla caviglia.

V (VASCULARISATION): L'attività cardiovascolare rappresenta un cardine nella gestione delle lesioni muscoloscheletriche. L'esercizio dovrebbe essere iniziato alcuni giorni dopo l’infortunio per aumentare la motivazione e il flusso sanguigno alle strutture lese.
La mobilizzazione e l'esercizio aerobico precoci migliorano la funzione fisica, promuovendo il ritorno al lavoro e riducendo il ricorso a farmaci antidolorifici.

E (EXERCISE): C'è un forte livello di evidenza scientifica che sostiene l'uso dell'esercizio per il trattamento delle distorsioni della caviglia e per la prevenzione di lesioni ricorrenti.
Gli esercizi aiutano a ripristinare la mobilità, la forza e la propriocezione subito dopo un infortunio. Nella fase acuta il dolore durante gli esercizi dovrebbe essere evitato per garantire una riparazione ottimale e dovrebbe essere invece utilizzato come guida
per la progressione degli esercizi nelle fasi successive del recupero.


Per concludere possiamo affermare che la gestione delle lesioni dei tessuti molli è qualcosa di più complesso rispetto al controllo dei danni a breve termine. I medici ei fisioterapisti dovrebbero mirare a risultati favorevoli a lungo termine e a curare la persona che si è infortunata e non il tessuto danneggiato.
Diamo una possibilità alla PEACE perchè forse anche i tessuti molli hanno bisogno di LOVE.

Dott. Stefano Castoldi
Fisioterapista
Formazione Avanzata in Fisioterapia per lo Sport


References:
Br J Sports Med 2019;0:1–2. doi:10.1136/bjsports-2019-101253.
Vuurberg G, Hoorntje A, Wink LM, et al. Diagnosis, treatment and prevention of ankle sprains: update of an evidence-based clinical guideline. Br J Sports Med 2018;52:956.
Singh DP, Barani Lonbani Z, Woodruff MA, et al. Effects of topical icing on inflammation, angiogenesis, revascularization, and myofiber regeneration in skeletal muscle following contusion injury. Front Physiol 2017;8:93.
Bleakley CM, Glasgow P, MacAuley DC. Price needs updating, should we call the police? Br J Sports Med 2012;46:220–1.