Il dolore non fa sempre male, se sai come gestirlo
Il dolore è un’esperienza multidimensionale che coinvolge l’interazione di fattori sensoriali, cognitivi e affettivi, rendendone la gestione impegnativa e non facile.
Oggi la nostra società è terrorizzata non solo dal dolore, ma anche dall’idea stessa di provarlo e questa lotta contro il dolore ha portato a una vera e propria epidemia di farmaco con abuso e dipendenza da farmaci per il dolore (specialmente oppioidi).
Tutto ciò evidenzia l’importanza di sviluppare, testare e convalidare approcci non farmacologici ad azione rapida per il trattamento del dolore.
La mindfulness è una tecnica che ha dimostrato di ridurre significativamente il dolore in contesti sperimentali e clinici.
Una nuova revisione delinea i risultati di studi recenti che dimostrano che la mindfulness attenua significativamente il dolore attraverso meccanismi specifici.
La mindfulness è in grado di attivare multipli processi a livello del sistema centrale nervoso coinvolti nella regolazione del dolore, uno in modo particolare;
riesce a reclutare alcune zone dell’encefalo (es. l’insula) che sono in grado di attenuare il segnale nocicettivo ascendente a livello del talamo attraverso lo spostamento dell’attenzione esecutiva, ovvero fà si che, grazie a un meccanismo "cognitivo", noi riusciamo a spostare l'attenzione e quindi a diminuire l'impatto che gli stimoli dolorosi, salendo verso il cervello, hanno sulle regioni coinvolte nell'espressione del dolore.
La mindfulness non agisce sui contenuti del dolore (stimoli) ma sulla relazione che abbiamo con esso.
Attraverso la mindfulness, possiamo influire sull’esperienza del dolore, aprendoci al dolore ed osservandolo anzichè respingerlo.
Per concludere, la mindfulness, insieme ad altri metodi, può essere una strategia efficace per la gestione del dolore, specialmente quello persistente, diminuendo così il ricorso ai farmaci.
Oggi la nostra società è terrorizzata non solo dal dolore, ma anche dall’idea stessa di provarlo e questa lotta contro il dolore ha portato a una vera e propria epidemia di farmaco con abuso e dipendenza da farmaci per il dolore (specialmente oppioidi).
Tutto ciò evidenzia l’importanza di sviluppare, testare e convalidare approcci non farmacologici ad azione rapida per il trattamento del dolore.
La mindfulness è una tecnica che ha dimostrato di ridurre significativamente il dolore in contesti sperimentali e clinici.
Una nuova revisione delinea i risultati di studi recenti che dimostrano che la mindfulness attenua significativamente il dolore attraverso meccanismi specifici.
La mindfulness è in grado di attivare multipli processi a livello del sistema centrale nervoso coinvolti nella regolazione del dolore, uno in modo particolare;
riesce a reclutare alcune zone dell’encefalo (es. l’insula) che sono in grado di attenuare il segnale nocicettivo ascendente a livello del talamo attraverso lo spostamento dell’attenzione esecutiva, ovvero fà si che, grazie a un meccanismo "cognitivo", noi riusciamo a spostare l'attenzione e quindi a diminuire l'impatto che gli stimoli dolorosi, salendo verso il cervello, hanno sulle regioni coinvolte nell'espressione del dolore.
La mindfulness non agisce sui contenuti del dolore (stimoli) ma sulla relazione che abbiamo con esso.
Attraverso la mindfulness, possiamo influire sull’esperienza del dolore, aprendoci al dolore ed osservandolo anzichè respingerlo.
Per concludere, la mindfulness, insieme ad altri metodi, può essere una strategia efficace per la gestione del dolore, specialmente quello persistente, diminuendo così il ricorso ai farmaci.